Il 7 dicembre gli esploratori raggiunsero 88°23' di lati tudine S, il "punto più a sud", toccato da Ernest Shackleton nel 1909.
Gli esploratori erano ora a 180 km dalla meta; avevano solo 17 cani e 3 slitte, ma si alleggerirono ancora, costituendo un ultimo deposito di provviste, il deposito 10 per essere sicuri di ritrovarlo sulla via del ritorno, piantarono attraverso la pista una lunga fila di pali neri da est a ovest - poi proseguirono il cammino, mentre i contachilometri montati sulle slitte segnavano la distanza percorsa ogm gromo.
Il tempo improvvisamente si rasserenò e la superficie del ghiaccio divenne liscia e sgombra: fu come se gli elementi li volessero aiutare; eppure vi era sempre il dubbio assillante di ciò che avrebbero trovato al polo. Alla velocità a cui stavano avanzando, scrisse Amundsen, "dovremmo senz'altro raggiungere la meta per primi, non v'è alcun dubbio. Eppure, eppure ...
Il 13 dicembre gli esploratori si resero conto che avevano solo pochi chilometri da percorrere. "Era come la vigilia di una grande festa, quella notte nella tenda" ricorda Amundsen, il quale, "provava gli stessi sentimenti di quando era bambino, la vigilia di Natale: un'intensa aspettativa di ciò che stava per accadere".
Il mattino successivo gli esploratori si misero presto in cammino, sforzandosi di cogliere un segno qualunque di vita all'orizzonte, ma videro solo "la distesa piatta e sterminata".
Alle 3 pomeridiane del 14 dicembre 1911 raggiunsero finalmente la meta: 90° di latitudine S, il Polo Sud. "Cosi" scrisse' Amundsen, "il velo fu squarciato per sempre e uno dei più grandi segreti della terra cessò di esistere ".