La Caravella - grandinavigatori

Vai ai contenuti

Menu principale:

La Caravella

Imbarcazioni
Dal sambuco alla caravella
La caravella
Enrico il navigatore, principe dell'Algarve, dedicò la sua vita alla scoperta dell'Africa ed alla ricerca di imbarcazioni e strumenti per il raggiungimento di questo obiettivo.
Il Portogallo era il crocevia di ben 3 tipi di navi:
quelle di ponente che avevano introdotto innovazioni quali :
    • il ponte di coperta
    • il cassero
    • il timone
quelle di levante che si caratterizzavano per
    • aver raddoppiato il numero dei ponti
    • aver alzato 2 alberi e
    • l'utilizzo di vele latine di derivazione araba
quelle arabe dette dohw o sambuco caratterizzate da :
    • facile manovrabilità per la struttura
    • dello scafo
    • delle costole
    • della prua
    • e del fasciame
inoltre il poco pescaggio era ideale per navigare lungo le coste dell’Africa.

Dal latino “carabus”, dal gregro “kαrabos”, caravella identificava un'imbarcazione leggera, e secondo altri, da “carabo”, si riferiva invece a navi arabe dal dislocamento piuttosto elevato.
Presto le caravelle ebbero 3 alberi e furono introdotte parecchie innovazioni:
    • le estremità superiori degli alberi furono munite di grandi coffe per contenere un buon numero di arcieri e in seguito archibugeri;
    • le sartie furono munite di griselle per poter salire sugli alberi;
    • l’uso di vele quadre e latine si fuse  montando sull’albero di maestra una grande vela quadra,
    • su quello di trinchetto una vela quadra
    • e si aggiunse un albero di mezzana, dotato di vela latina
l’attrezzatura velica descritta era quella dominante, ma le caravelle potevano cambiare la combinazione di vele quadre e latine in funzione del tipo di navigazione prevista.

Evoluzione della caravella
Caravella
nao
Le vele di una caravella
Un importante pregio delle caravelle era la forma della chiglia molto rotonda ed il loro
scarso pescaggio, per cui risultavano particolarmente
adatte alla navigazione costiera.
Anche il fasciame fu irrobustito per poter resistere a colpi di arma da fuoco e fu prevista l’installazione di
bombarde (lanciavano palle di pietra) e successivamente di
veri e propri cannoni.
Le caravelle avevano una stazza intorno alle 60-70 ton.

Il Nao, era una variante della Caravella:
    • aveva una maggiore dimensione (poteva arrivare anche a 200 tonnellate)
    • veniva per lo più utilizzata come nave da carico
    • la sua poppa anziché dritta era arrotondata.
Nella versione a tre alberi montava
vele quadre e soltanto
sull’albero di mezzana una vela latina.
Poteva essere dotata anche di un quarto albero per aumentarne la propulsione in presenza di necessità di carico molto ampie.

L’aumentata dimensione delle navi consentì l’installazione di più vele:
le vele basse erano dette anche trevi di maestra e di trinchetto ed erano le più grandi e con maggior capacità di spinta;
le vele di gabbia e di contromezzana, poste al di sopra della coffa,  si rivelarono preziose agli effetti della manovrabilità della nave.
Manovrabilità che fu ulteriormente migliorata con
una vela di civada posta al di sotto del bompresso.

potete anche vedere
 
Copyright 2015. All rights reserved.
Torna ai contenuti | Torna al menu