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La partenza

Navigatori > Magellano > Le tappe del viaggio
Dopo sei anni di inattività, Fernando arde dal desiderio di partire.
Ecco le attese cinque navi: Trinidad, San Antonio, Conception. Victoria e Santiago, ma aimè, quando Magellano le vede viene preso da sconforto: le navi sono in pessime condizioni perché tutte le navi più efficienti sono state messe a disposizione del Cortes in partenza per il Sud America.
Superato il primo momento di sgomento, Fernando si mette al lavoro: le cinque navi vengono tirate in secca e lui stesso supervede in prima persona alla ristrutturazione. I lavori vanno per le lunghe perché il progetto è vissuto con sospetto dai funzionari spagnoli che devono collaborare tanto più in quanto l’ambasciatore del Portogallo tenta in tutti modi di sabotarlo.

Trinidad, San Antonio, Conception. Victoria e Santiago
flotta di Magellano
Re Manuel non si è affatto dimenticato di Magellano ed ora che questi ha trovato come sponsor del suo viaggio il re di Spagna, è roso dall’invidia. Insinua che in caso di successo Magellano tornerà in Portogallo anziché in Spagna; l’ambasciatore portoghese chiede udienza al re Carlo I per convincerlo a rinunciare all’impresa; prende contatti anche con lo stesso Magellano promettendogli ora l’appoggio del Portogallo per la realizzazione del suo progetto.

Ma
    • Magellano è un uomo che non torna sulle sue decisioni
    • ed il re Carlo I ha un’istintiva fiducia in questo marinaio burbero e taciturno, ma di rara competenza e determinazione.
Carlo I
Il progetto prosegue anche se vissuto con sospetto dagli spagnoli.
I funzionari tramano alle spalle del Fernando e decidono di affidare il comando delle le navi,
    • ad eccezione della Trinidad comandata dallo stesso Magellano
    • e della Santiago guidata dall’esperto pilota Joao Serrano,
    • a comandanti spagnoli di loro fiducia con l’esplicito messaggio di esautorare il portoghese nel momento in cui il suo comando non fosse più strettamente indispensabile.

Questo messaggio è in particolare rivolto a Juan de Cartagena, un grande di Spagna ricco e molto influente, a cui viene assegnato il comando della San Antonio la nave più grossa e potente della flotta. Juan de Cartagena è un nobile molto attento alla cura del suo aspetto e del suo abbigliamento, altero ed arrogante come esige il suo rango, poco interessato ai problemi della navigazione, ma di un’ambizione sfrenata.
Magellano percepisce l’ostilità degli spagnoli e sulla Trinidad si circonda di uomini fidati quali Duarte, suo cugino Alvaro de Mesquita, il pilota Estevao Gomez.

Disegno di antiche caravelle

Come sempre lo segue come un’ombra il fedele Enrique, lo schiavo malese acquistato durante uno dei suoi viaggi, a cui Magellano, riconoscente di tanta fedeltà, promette che alla sua morte sarà dichiarato libero e riceverà un compenso economico tale da garantirgli una dignitosa sopravvivenza per il resto dei suoi giorni.
Le navi sono ora alla fonda pronte per la partenza, ma nasce un nuovo intoppo: Faleiro, l’astronomo che aveva sempre appoggiato il progetto di Magellano ha un’alzata di scudi e pretende il comando della flotta.
Magellano com’è nel suo carattere non è disposto ad alcuna mediazione e risponde con un secco : “o Faleiro o io”.

Il re interpellato non ha dubbi: Magellano deve essere il comandante della flotta e così Faleiro viene sbarcato ed il suo posto viene preso da de San Martin.

Enrique
Enrique

Magellano imbarca anche un nuovo personaggio che avrà grande importanza per la documentazione della spedizione:
Antonio Pigafetta.
Pigafetta era un gentiluomo molto ricco della repubblica di Venezia e non sono note le reali motivazioni che lo spingono a partecipare al viaggio di Magellano: spirito d’avventura ? spionaggio a favore di Venezia che vedeva i suoi traffici mediterranei compromessi dalle nuove rotte verso le Indie ? Resta un mistero.
Magellano è consapevole delle trame che si stanno ordendo ai suoi danni, ma non se ne cura, convinto del proprio valore e dal desiderio di realizzare il suo sogno a qualunque costo.
Ecco la sua prima annotazione di Pigafetta:
“I capitani che lo accompagnano lo hanno molto in odio; non ne so il perché, forse per il fatto che egli è un Portoghese, mentre loro sono Spagnoli”

Pigafetta
Pigafetta
Il 10 agosto 1519 il viaggio ebbe inizio da Siviglia.


La flotta di Magellano era composta da cinque navi:

Trinidad, 130 tonnellate, 55 uomini, capitano: Ferdinando Magellano
San Antonio, 130 tonnellate, 60 uomini, capitano: Juan de Cartagena (Sp)
Concepctión, 90 tonnellate, 45 uomini, capitano: Gaspar de Quesada (Sp)
Victoria, 90 tonnellate, 42 uomini, capitano: Luis de Mendoza (SP)
Santiago, 60 tonnellate, 32 uomini capitano: Giovanni Serrano (PO)


Flotta di Magellano
L'equipaggio:

234 uomini di cui
170 spagnoli,
40 portoghesi,
20 italiani e
4 interpreti africani ed
asiatici.

Le provviste:

7240 kg di pane biscottato,
194 kg di carne essiccata,
163 kg di olio,
381 kg di formaggio,
200 barili di sarde salate e
2856 pezzi di pesce essiccato.
Il 21 settembre 1518 la flotta salpa finalmente da Siviglia:
in testa la Victoria e la Santiago, le due navi a cui Magellano ha affidato il compito di avanguardia e di esplorazione in forza della loro agilità,
al centro la nave ammiraglia Trinidad, al seguito le due robuste Conception e San Antonio.
Le navi finalmente solcano le acque dell’Atlantico : la costa del Marocco sfila alla loro sinistra, a dritta compaiono le montagne di Madera, dominio Portoghese.
Ecco apparire le Isole Canarie, dominio Spagnolo, dove il comandante ordina la prima sosta per reintegrare gli approvvigionamenti.
Canarie
Una veloce caravella lo raggiunge durante la sosta e gli consegna una lettera del suocero Barbosa:

”Il giorno prima della partenza i comandanti spagnoli hanno tenuto una riunione segreta ed hanno giurato di uccidere Magellano se non rispetterà appieno il loro rango e la loro autorità”.

Fernando è ben consapevole che la San Antonio, la Victoria e la Conception, nelle mani di capitani spagnoli costituiscono una consorteria che gli è oltre modo ostile, e Pigafetta, attento osservatore, glielo conferma. La Santiago, comandata da Joao Serrano si mantiene neutrale.


Il 3 ottobre la flotta riparte con Magellano che ha stabilito nuove regole :
  • la nave ammiraglia aprirà il convoglio e
  • tutte le altre navi dovranno regolare la loro velocità in modo da mantenersi al seguito.
Di notte un fanale a poppa della Trinidad trasmette agli altri comandanti gli ordini:
  • due luci significavano “cambiamento di rotta”,
  • tre luci “ridurre la velatura” e così via.
Ovviamente i comandanti spagnoli non gradivano affatto questo modo di dar ordini senza alcun loro coinvolgimento.
Magellano prosegue su una rotta familiare ai marinai portoghesi che da anni navigano lungo le coste dell’Africa per doppiare il capo di Buona Speranza e raggiungere le Indie, ma non altrettanto per i marinai ed i comandanti Spagnoli.
Quando la flotta lascia alla sua dritta le isole di Capo verde e continua a procedere verso Sud i sospetti e le congiure dei comandanti Spagnoli, Juan de Cartagena in testa, prendono sempre maggior corpo:
“Lo zoppo ci sta tradendo, punta a Sud per raggiungere la Guinea e
consegnare la flotta ai Portoghesi”

Isole di Capo Verde
Capo Verde

La situazione peggiora quando la flotta incappa in una bonaccia che la blocca per parecchi giorni. Ai lunghi giorni di bonaccia si alternano improvvise tempeste rischiano di capovolgere i leggeri velieri. Magellano ordina il razionamento dei viveri e ciò provoca un significativo aumento dell’impopolarità dell’Ammiraglio.
Gli equipaggi diventano sempre più depressi finchè una sera sull’estremità dell’albero della Trinidad compaiono
i fuochi di Sant Elmo
sono fuochi dovuti all’elettricità statica accumulatasi in occasione delle tempeste, ma per i marinai si tratta di una buona notizia: la superstizione vuole che quando appaiono i fuochi di Sant’Elmo le navi non possono affondare.

Fuochi di Sant Elmo
Fuochi di Sant Elmo
Alla strisciante insubordinazione dei comandanti spagnoli Magellano reagisce imponendo regole ancor più ferree: ogni sera, al Tramonto, le navi dovranno sfilare la nave Ammiraglia ed i relativi Comandanti, dal relativo ponte di comando dovranno gridare :

”Dios vos salve, Senor Capitan General y Mestre, y buena compania”.

Il cerimoniale viene interrotto il sessantesimo giorno di navigazione: Juan de Cartagena non si presenta all’appuntamento, lo sostituisce un semplice sottocapo e per cinque giorni questo rito si ripete. Il sesto giorno Magellano, con l’occasione di giudicare un marinaio accusato di gravi reati,  convoca una riunione con tutti i comandanti della flotta sulla Trinidad.
Con l’occasione Magellano chiede giustificazione del suo comportamento a Juan de Cartagena che risponde in modo sprezzante, anzi esige spiegazioni circa la rotta, a suo avviso anomala, che la flotta sta seguendo.
Magellano ribadisce:
“Io sono qui per dare ordini, non spiegazioni!”
ribatte Cartagena:
“A titolo del mio rango presso la corte di Spagna io esigo spiegazioni, non ordini!”


flotta di Magellano
Il vaso è colmo; Magellano ordina:
  • la destituzione dal comando e l’arresto di Juan de Cartagena ma, per non esacerbare ulteriormente gli animi, deve accettarne il suo trasferimento sulla Victoria, pur consapevole dei legami di amicizia che intercorrono tra lo stesso ed il comandante della nave Luis de Mendoza;
  • al comando della San Antonio nomina, non avendo valide alternative, Antonio de Coca, anch’egli spagnolo e che Fernando sa appartenere alla cricca che lo avrebbe voluto destituire.
Le navi ripartono.
Una discreta brezza si è levata da sud-est e la ripresa della navigazione migliora anche l’umore dei diversi equipaggi.
Ora le navi hanno abbandonato la costa africana e puntano verso l’America.
L’andatura è molto buona, la flotta macina rapidamente miglia e miglia.

Ricostruzione della Victoria
Victoria
Gli equipaggi si fanno attenti ai segnali che denunciano la prossimità della terra ferma: alghe, legname galleggiante, presenza di uccelli, ….. il 29 novembre l’atteso urlo :
“Terra ! Terra !”

Alla Conception, nave leggera e con buona velocità di manovra viene affidato il compito di esplorare la costa. Le navi sono arrivate in Barsile all’altezza dell’attuale Recife.
Il 13 dicembre, giorno di Santa Lucia, dopo 2.000 miglia di rotta verso Sud la flotta butta l’ancora in una vasta baia che Magellano battezza:

“Baia di Santa Lucia”
Si tratta probabilmente dell’attuale baia di Rio de Janeiro.
Anche se il territorio è portoghese Fernando ordina lo sbarco per poter dare il via alla manutenzione delle navi. La popolazione indigena dimostra grande confidenza verso i nuovi arrivati, ormai abituata alla presenza dei portoghesi che da anni frequentano queste terre.


Baia di Santa Lucia
Baia di Santa Lucia
Ancora una volta il carattere forte e determinato di Fernando si impone sugli equipaggi:
    • Antonio de Coca, che aveva sostituito Juan de Cartagena al comando della San Antonio, viene destituito per l’incompetenza dimostrata e sostituito da Alvaro de Mesquita, portoghese e quindi più affidabile del predecessore
    • Juan de Cartagena, stante la sudditanza dimostrata dal comandante della Victoria, viene trasferito sulla Conception dove il comandante Gaspar de Quesada gode della fiducia di Fernando
Fernando vorrebbe ripartire al più presto, ma poiché mancano solo pochi giorni al Natale, si lascia convincere a trascorrere a terra l’imminente natività.

Per ripartire deve dare il via ad una vera a propria caccia all’uomo: la ricerca dei marinai che hanno trovato calda accoglienza nei talami delle indigene locali e quella delle indiane che si sono infiltrate e nascoste a bordo delle navi.

indigena
Finalmente la flotta riprende il mare:
    • La Santiago, leggera e manovrabile, esplora la costa sud del Brasile
    • le altre navi si tengono a maggior distanza  della costa per non rischiare di essere scaraventate sugli scogli da improvvise burrasche.
E’ il 31 dicembre ed il nuovo anno vede Pigafetta augurare a nome di tutti gli amici di Fernando (pochi peraltro) di trovare l’agognato passaggio.
Passano pochi giorni ed improvvisamente :

“il passaggio ! il passaggio !”
grappoli di uomini sulle murate scrutano per vedere l’atteso passaggio verso i mari della Cina.

la flotta riparte
Ma Joao de Carvalho, il pilota della nave di Fernando raffredda ogni entusiasmo ricordando di essere già stato anni prima in quella baia, foce di un grande fiume,
l’attuale Rio de la Plata.
dove il suo equipaggio era stato attaccato e fatto a pezzi dagli indigeni; lui e pochi altri si erano salvati rifugiandosi sulle navi e ripartendo precipitosamente.

Fernando, non si arrende e manda in ricognizione la Santiago, mentre il resto della flotta si ancora in attesa. Passano parecchi giorni e della nave si è persa ogni traccia. Quando Fernando comincia a pensare di aver perso una delle sua navi, ecco che improvvisamente la Santiago riappare, ma ahimè, sul suo albero maestro non sventola alcuna bandiera, segnale di successo della spedizione.

Rio de la Plata
La flotta riparte dirigendosi sempre più a Sud; doppia capo Santa Maria. Esce così dall’area geografica attribuita dal papa al Portogallo ed entrando nella più sicura area spagnola.

E’ febbraio; il vento si fa sempre più freddo ed il mare sempre più minaccioso. Le navi avanzano lungo la costa scandagliando continuamente il fondo nel timore di arenarsi su qualche banco di sabbia o qualche scogliera.
Gli uomini a bordo soffrono le pessime condizioni ambientali e scoppiano a bordo le prime baruffe: la prima vittima di una di questi litigi viene seppellita in maree il 3 febbraio.
Lasciatosi alle spalle un promontorio che Magellano battezzò Monte Vidi (l’attuale Montevideo) la flotta arrivò in un insenatura che chiamò Baia delle anatre.
Quì i navigatori videro per la prima volta i pinguini appartenenti ad una specie che sarebbe poi stata chiamata
“pinguini di Magellano”.
Non sapevano volare e si nutrivano di pesce. In una sola ora ne riempirono le navi !

Pinguini di Magellano
Scoppia una grandiosa tempesta.
Le navi procedono quasi a secco di vele cercando lungo la costa un qualche riparo. Le poche vele ancora issate scoppiano sotto la spinta del vento mentre le onde del mare spazzano i ponti mettendo a rischio la sopravvivenza dei marinai addetti alle manovre. Ogni nave lotta ormai per la propria sopravvivenza; i marinai pregano.
Ecco il miracolo!
All’improvviso, in un squarcio della tempesta, la flotta intravede un passaggio tra le ripide scogliere della costa. L’ingresso, stante le condizioni del mare, è rischioso, ma non ci sono alternative.
Una ad una le navi riescono ad infilarsi nello stretto passaggio trovando all’interno lo spazio necessario per gettare le ancore. Ma anche qui le onde del mare, pur meno intense, mettono a rischio la sopravvivenza delle navi.
Ogni comandante è impegnato a verificare la tenuta dell’ancora; se questa arasse sarebbe la fine per la nave ed il suo equipaggio.
Ed in effetti ecco che proprio la Trinidad, la nave di Magellano, comincia a scivolare verso costa: l’ancora ara. Magellano ordina di buttare una seconda ancora e qui la fortuna lo assiste perché questa va ad incastrarsi sotto una roccia bloccando la deriva della nave:
la Trinidad è salva !

Ma la baia “rifugio” è fredda ed inospitale; i marinai la battezzano
“Baia delle Miserie”.

tempesta
Baia delle miserie
Il malcontento serpeggia tra gli equipaggi.I comandanti si rivolgono a Magellano :
“Vorremmo anche noi poter consultare le carte che indicano il passaggio verso i mari della Cina!”
Ma Fernando è fermo su quanto già disse a Juan de Cartagena:
“Io do ordini, non spiegazioni!”
Marzo
La flotta, malgrado il malumore degli equipaggi riparte verso Sud. Il mare è sempre più duro; i marinai manovrano con crescente fatica per le mani tagliate dal freddo;

nevica !

Sempre più a Sud: ogni promontorio nasconde la speranza dei trovare l’atteso passaggio, ma la delusione è ormai il sentimento dominante a bordo delle navi.
nevica
Di Magellano
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Il ritorno
La flotta riparte
 
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