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Cartagine: la leggenda di Didone

La loro cultura > I Fenici > Cartagine
Elissa (Didone nell’Eneide di Virgilio), sorella del re Pigmalione, aveva sposato lo zio Acherbas, sacerdote di Melqart e possessore di grandi ricchezze. Pigmalione fece assassinare Acherbas.

Didone
Elissa
Il viaggio di Didone
viaggio di Didone
Temendo per la sua vita Didone, insieme ad un gruppo di cittadini fedeli all'ucciso suo sposo, fuggì da Tiro e girovago’ per il Mediterraneo sbarcando a Cipro e a Malta per impadronirsi delle sue ricchezze. 
Nei pressi dell’attuale Tunisi si innamorò del luogo e decise di acquistare un terreno per edificare la sua città.

Strisce di pelle di bue
pelli di bue
Didone per l'acquisto del terreno ricorse ad una diabolica astuzia : concordò con il proprietario di pagare un terreno che si potesse coprire con la pelle di un bue. 
Durante la notte fece tagliare la pelle di un bue in minutissime strisce e le fece distendere sul terreno.
Il giorno dopo tutta una grande collina era ricoperta di queste strisce di pelle di bue e, su quella collina, sorse la città di Cartagine.


Didone, attraverso l’Eneide di Virgilio, è diventata un personaggio mitologico.
Didone venne insistentemente richiesta in moglie da re e principi locali che sempre rifiutò, finché sulle spiagge di Cartagine non sbarcò, nel suo peregrinare, Enea.
Fra i due scoppio’ un grande amore, ma dopo una lunga permanenza a Cartagine Enea decise di ripartire abbandonando Didone.
Il destino di Enea era quello indicatogli  dagli dei di fondare Roma, quello di Didone di morire suicida per amore.
Il corteggiamento di Didone
Didone corteggiata
Paolo e Francesca
Paolo e Francesca
Dante nella divina commedia colloca Didone nel canto V dell'Inferno, in compagnia dei celeberrimi Paolo e Francesca, nella schiera degli amanti sanguinosi, degli incestuosi, tutti morti di morte violenta per mano propria o altrui.
Nel V canto Dante non cita per nome Didone, ma la descrive con una perifrasi che ne indica i peccati, scrive: 
l'altra è colei che s'ancise amorosa e ruppe fede al cener di Sicheo"
(nel racconto mitologico Sicheo era il marito di Didone)

Dante nel V canto dell'Inferno
Dante V canto Inferno
Da Dante ci viene trasmesso non solo la condanna di Didone, ma anche un senso di pietà e di compassione. 
Dante si mostra molto colpito dalle vicende dei peccatori, sino alla chiusura del canto con il suo svenimento, scrive: 
"sì che di pietade
io venni men così com'io morisse
e caddi come corpo morto cade."

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